La caccia di selezione agli ungulati

La caccia di selezione agli ungulati è forse la forma di caccia più praticata nel nostro paese e trova ogni anno sempre più appassionati che vogliono praticarla

Che sia fatta alla cerca o da appostamento fisso, la caccia di selezione sa regalare grandissime emozioni, dopo tanto stiamo coronando un sogno inseguito da anni o per la soddisfazione di vedere ripagati impegno, fatica e costanza.
Se da una parte con questa caccia possiamo provare emozioni bellissime, dall’altra può succedere di provare rabbia, sconforto e tristezza nel caso in cui si sbagli e si ferisca l’animale e nessuno è esente dallo sbagliare, nemmeno la sottoscritta, anzi il mio percorso per diventare conduttore di cane da traccia è iniziato proprio dopo aver ferito un cervo.
la mia esperienza personale
Quel giorno appena arrivata sul posto ho subito notato un sub-adulto di cervo, giusto quello che stavo cercando. Era sempre di tre quarti un po’ coperto, mentre continuava a brucare tranquillo, ne ho approfittato per sistemarmi il meglio possibile così da effettuare un tiro preciso. Purtroppo nonostante la mia sicurezza nello sparare, l’appoggio solido, il cervo dopo aver accusato il colpo si è infilato nel bosco. Dopo questo brutto episodio ho iniziato a informarmi, leggere, capire e studiare il mondo del recupero e dei cani da traccia conseguendo prima l’abilitazione come conduttore e poi addestrando e abilitando Fiby la mia segugia bavarese.
qualche consiglio per chi pratica caccia di selezione
Ma quali consigli dare a chi si pratica da poco questo tipo di caccia per prevenire e/o aiutare il lavoro del conduttore in caso di ferimento?
Partiamo da prima dello sparo.
Io consiglio sempre di fare molta pratica con la/le proprie armi, oltre a tenere controllata la taratura in questo modo si acquisisce molta confidenza evitando di “strappare” al momento dello sparo. Se andiamo a cacciare gli ungulati su postazioni fisse o che usiamo abitualmente prima della caccia sarebbe bene andare a curare questi posti, togliendo rami o quant’altro che potrebbe esse te d’impiccio nella traiettoria del nostro tiro, preparando degli appoggi che possano aiutarci a rimanere il più fermi possibile.
Una volta uscito l’animale ci sono altre considerazioni da tenere presenti:
- La distanza a cui si trova, sarebbe sempre utile avere con se un telemetro per misurare la reale distanza che c’è tra di noi e l’animale è calcolare un eventuale compenso in base alla taratura della nostra arma.
- La posizione in cui si trova l’animale e immaginare la traiettoria del proiettile, questo ci può aiutare a capire dov’è meglio mirare per eseguire un tiro preciso
- Effettuare il tiro il più serenamente possibile, non sparare se non ce la sentiamo, se siamo di fretta, a distanze che non sentiamo sicure.
Se nonostante tutto questo si dovesse incappare in un ferimento non dobbiamo allarmarci o demoralizzarci, ma anche qui adottare una serie di accorgimenti che possono aiutare il compito dei conduttori e soprattutto dei cani, vediamo quali:
- Cercare di capire come ha reagito l’animale al colpo, questo può aiutare a decifrare che parte del corpo è stata interessata.
- Aspettare del tempo prima di recarsi sull’anschuss, molte volte animali colpiti abbastanza bene sono disturbati e alzati dai cacciatori che si recano subito sul punto di sparo. Aspettare aiuta l’animale a calmarsi facendolo fermare poco distante, facilitando anche il lavoro che andremmo a svolgere dopo con il cane.
- Segnare il punto d’impatto (chiamato anschuss) con eventuali reperti e camminare il meno possibile alla ricerca dell’animale. Molto spesso ci sono segni di ferimento quasi impercettibili al nostro occhio, andando a camminarci sopra rischiamo di portare l’odore di questi reperti in giro creando delle false tracce e così complicando il lavoro del cane che deve lavorare di più per “separare” la traccia originale da quelle “false” create dal nostro girovagare.
Se vi sono cacciatori che si avvicinano sempre più alla caccia agli ungulati vi sono sempre più persone che si avvicinano al mondo del recupero semplicemente per cultura personale o per intraprendere l’attività del conduttore di cane da traccia. La mia esperienza in questo campo la considero minima e penso ci siano molte cose che devo ancora imparare, però ci sono alcune indicazioni che secondo me possono essere utili per chi vuole diventare conduttore.
Prima cosa affidarsi a consigli e insegnamenti di conduttori validi e esperti oltre che a cercare cani efficienti selezionati secondo criteri ben precisi. Questa è un’attività che va intrapresa seriamente e con molta umiltà, siamo chiamati e diamo la nostra disponibilità a dare un servizio a terze persone che ci danno fiducia in un momento di difficoltà, per questo dobbiamo essere disponibili a capire e dare consigli in maniera modesta al cacciatore.
Dobbiamo anche sapere che questa è un’attività che ci occuperà molto tempo e energie, non solo nel momento del recupero ma anche e soprattutto nella preparazione e nella nostra crescita con il nostro cane, infatti i cani da traccia sono cani che hanno bisogno di vivere a stretto contatto con il proprio conduttore in modo da rafforzare la complicità che si crea nel binomio.
Un buon conduttore secondo me, deve sapere anche analizzare in modo obiettivo il proprio lavoro e quello del proprio cane e, in caso di difficoltà, chiedere aiuto e collaborare con altri binomi, accettare e chiedere consigli a conduttori con più esperienza, la gelosia non dovrebbe esistere in questo mondo!
Altra cosa importante da evitare è il “sentirsi arrivati”, l’abilitazione dovrebbe essere vista come un nuovo punto di partenza per continuare a crescere, imparare, studiare e confrontarsi con conduttori e cacciatori più o meno esperti.